Amare le cose imperfette

Alcune volte, nella vita, ci imbattiamo in un film che resta nel nostro cuore per lungo tempo. Per quanto mi riguarda, uno di questi film è In mezzo scorre il fiume. Ambientato nella prima metà del XX secolo negli splendidi scenari del Montana, racconta la storia della famiglia Maclean, per cui pescare è altrettanto importante della religione. Il padre è un pastore presbiteriano con due figli. Il figlio maggiore, Norman, mantiene una condotta del tutto rispettabile, e diventa professore universitario. Il minore, Paul, conduce una vita dissoluta lavorando come giornalista per un giornale locale; il vizio del gioco lo porta a contrarre forti debiti, e alla fine viene pestato a morte in un vicolo. Il padre, distrutto da quella profonda perdita, parla alla sua congregazione durante la messa della domenica con emozione misurata, rivelando con queste parole l’amore per il suo secondo figlio. «Possiamo amare completamente», dice, «anche senza comprendere completamente».

Era difficile per il padre comprendere perché il figlio Paul si fosse messo a condurre una vita talmente dissoluta. Tuttavia ciò non gli aveva impedito di continuare ad amarlo perché, a suo vedere, l’amore doveva sempre trascendere la comprensione umana. Anziché quell’amore che provi soltanto quando senti di capire che cos’è che ami, il genere d’amore profondo e paziente dimostrato dal padre non era cessato nemmeno quando il suo amato figlio aveva preso a comportarsi in modo inaccettabile. Nel profondo del cuore, l’amore fluisce incessantemente, come un fiume.

Quando analizziamo la nostra vita, vediamo molte cose imperfette, che assomigliano a granelli di polvere su un vecchio specchio. Siamo insoddisfatti e infelici per ogni genere di cose: spesso le nostre parole e le nostre azioni si contraddicono; le nostre relazioni sono tese a causa dei nostri errori e i nostri piani più accurati per il futuro vanno in fumo. Come se ciò non bastasse, nel corso della nostra esistenza infliggiamo varie ferite agli altri, intenzionalmente o involontariamente, e ciò ci causa senso di colpa e rimpianto.

Quando poi osserviamo la nostra famiglia e i nostri amici, scopriamo qualcosa d’analogo. Ci troviamo ad avere a che fare con un figlio che non presta ascolto a ciò che i genitori gli dicono; con i nostri stessi genitori che non ci capiscono; con un partner che non si comporta in modo ragionevole, con intimi amici che adottano stili di vita malsani che ci fanno preoccupare per il loro benessere… Ogni mattina, quando ascoltiamo le notizie della giornata, constatiamo che il mondo è stravolto da altri conflitti, ulteriori incidenti, una crescente discordia. Sembra proprio che non finirà mai!

Eppure, anche se nel mondo in cui viviamo troviamo così tante cose imperfette, non possiamo fare altro che amarle. E questo perché la nostra vita è fin troppo preziosa per essere trascorsa nella dileggio o nell’odio di ciò che non ci piace, o di ciò che non comprendiamo. Via via che maturiamo spiritualmente, sviluppiamo naturalmente una maggiore empatia e cerchiamo di vedere le cose secondo la prospettiva degli altri. Ciò, a sua volta, c’insegna ad accettare le imperfezioni degli altri, e le nostre, in modo più caloroso e compassionevole, come una madre che ama il proprio figlio, qualsiasi cosa accada.

Tratto da : «Ama ciò che è imperfetto. Come accettare se stessi in un mondo che cerca la perfezione» , Mondadori ©. Riproduzione vietata, tutti i diritti riservati.

di  Haemin Sunim  (Autore), Lisk Feng  (Illustratore), Sergio Orrao  (Traduttore)

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