Fai amicizia con le tue emozioni!
Consigli via Facebook o Twitter
Da quando ho cominciato a farmi sentire su Twitter e Facebook, le persone hanno preso a inviarmi messaggi chiedendomi consiglio. Molto spesso mi capita di dover rispondere a domande su forti emozioni negative, come la rabbia, l’odio e la gelosia.
A metà strada…
La buona notizia è che chi si pone tali interrogativi ha già fatto metà della strada. In realtà, il fatto che se io stia chiedendo indica che c’è sufficiente consapevolezza da riconoscere lo stato mentale perturbato, che non è una cosa poi così scontata. Infatti la maggior parte delle persone è totalmente presa dalle proprie emozioni e dispone di un’autoconsapevolezza limitata. Le persone che mi pongono queste domande si sono già accorte di ciò che accade nella loro mente quando viene investita da un turbinio di emozioni negative, e allora rallentano e mi mandano un messaggio.
Fare amicizia con le proprie emozioni
Quando sentiamo sorgere un’emozione negativa, il nostro primo impulso è di controllarla, in modo che non possa sopraffarci o rappresentare una minaccia. Se potessimo, ce ne sbarazzeremmo immediatamente, o ce ne allontaneremmo il più possibile; ma è raro che pensiamo che quell’emozione meriti una comprensione più profonda. Forse è proprio per questo motivo che comunemente ci si serve di termini come «gestire la rabbia», «superare l’odio», anziché «fare amicizia con le proprie emozioni».
Come un pesce nell’acqua fangosa…
Acquisire rapidamente il controllo di una forte emozione negativa è difficile: più cerchiamo di controllarla, più si agita e riaffiora. E anche nel caso che riusciamo a controllarla, potrebbe trattarsi di semplice repressione, il che ci porterebbe a vederla riemergere più tardi. Immaginate che quella forte emozione negativa sia come la fanghiglia che vortica in un acquario. Per fare in modo che il fango torni a posarsi sul fondo dell’acquario, così che possiamo chiaramente vedere il pesce, l’ultima cosa da fare è infilare le mani nell’acqua sporca e cercare di spingere il fango verso il fondo. Più proviamo a spingerlo giù, più si rimescola con l’acqua. Analogamente, nel tentativo di controllare un’emozione negativa potremmo semplicemente reprimerla. Sfortunatamente, più ci sforziamo, più riemerge.
E allora, che fare?
Quindi, cosa dovremmo fare? Qual è il modo migliore di comprendere le emozioni negative e cercare di risolverle, anziché reprimerle? La risposta è molto semplice. Tutto ciò che dobbiamo fare è separare l’energia grezza dell’emozione negativa da etichette linguistiche come « rabbia» oppure « odio» e « gelosia», e invece esserne testimoni, finché quell’energia non si trasforma in qualcos’altro. Sebbene il fenomeno sia assai difficile da cogliere, l’energia cambia costantemente, mentre l’etichetta è statica. Se ci sbarazziamo dello strato esterno – l’etichetta mentale, ed entriamo in contatto con l’energia grezza, ben presto comprenderemo che l’emozione negativa è soltanto temporanea, qualcosa che cambia senza che ci sforziamo di farlo.
Come uno specchio
Quindi, proprio come uno specchio che riflette ciò che gli sta davanti, senza giudicare l’immagine o identificarsi in essa, non dobbiamo far altro che riflettere l’emozione negativa – per esempio la rabbia – e analizzarla imparzialmente. Così facendo, potremo constatare che la rabbia cambia lentamente forma, sia rivelando uno stato emotivo più profondo, sia scomparendo da sola. Se emerge un altro stato emotivo, non dobbiamo fare altro che prendercene cura come abbiamo fatto con la rabbia.
Semplice attenzione
Quando cerchi di capire qualcosa, spesso ottieni risultati migliori se metti da parte i tuoi preconcetti, così da osservarlo con tranquillità, di modo che l’oggetto del tuo esame riveli ciò che dev’essere capito. Invece di tuffarti nell’acqua fangosa delle tue emozioni, nel vano tentativo di conquistarle, dovresti osservarla dall’esterno, e lasciare che le impurità si depositino e l’emozione si trasformi per conto proprio. Il maestro spirituale
Krishnamurti
Jiddu Krishnamurti diceva che la mera attenzione scevra di giudizio non solo rappresenta la più elevata forma di intelligenza umana, ma è anche l’espressione dell’amore. Quindi osserva il trasmutarsi dell’energia con attenzione e amorevolezza, via via che il fenomeno si dispiega nello spazio della tua mente.
Fare amicizia
Posso immaginare che a questo punto qualcuno si chiederà: «Cosa c’è di così grande nell’osservare? Non è forse un evitare la realtà?» In realtà è vero l’esatto opposto: non stai affatto evitando la realtà, ma concentri il tuo sguardo su di essa. Invece di lasciarti intrappolare dalle emozioni senza nessuna consapevolezza di te, inizia a indagare percependo quell’energia per ciò che è. Gradualmente, arriverai a comprendere che l’emozione negativa non è una realtà fissa.
Come onde nell’oceano, come nuvole nel cielo…
Emerge spontaneamente nello spazio della tua consapevolezza, per poi ritirarsi, come un’onda, indipendentemente dalla tua volontà. Non appena ti sarai risvegliato a tale verità, non sarai più preda delle emozioni negative e potrai osservarle come nuvole di passaggio, anziché identificarti in esse come se fossero una parte determinante del tuo sé. Non lottare con le emozioni negative. Osservale e fattele amiche.
Tratto da: «Quando rallenti, vedi il mondo. Come essere calmi e consapevoli in mezzo al trambusto della vita quotidiana»,
di Haemin Sunim (Autore), Youngcheol Lee (Illustratore), Sergio Orrao (Traduttore)
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