Full Immersion

Anam Ċara è partito, ma ritornerà nel 2024, non so esattamente quando, edizione Mondadori del XXV anniversario.

È sempre strano quando si finisce una traduzione che ha regalato piacere, brividi, emozioni. Ieri sera, chiuso l’ultimo controllo alla bibliografia (che non era aggiornata da 25 anni!) l’ho spedito alla redattrice di Mondadori. Felice, ma anche con un po’ di nostalgia: avrei voluto che in Anam Ċara ci fossero state 200 pagine in più, avrei voluto poter parlare con John O’Donohue via email (ma purtroppo è morto per un attacco cardiaco, a soli 52 anni, nel 2008, se ben ricordo!).

Comunque sia, oggi giorno di riposo, domani o dopodomani riprendo, o altri due libri in attesa. Due alla volta, uno al mattino e uno al pomeriggio. È dura, ma si può fare. Uno è su una dieta, divertente per un sovrappeso come me, l’altro è un profondo trattato di psicoanalisi moderna, commissionatomi direttamente dall’autrice, che ha avuto fiducia in me e me l’ha affidato dopo aver letto il mio curriculum e il blog, proprio da quest parti. Sarà un’ennesima scalata, una di una semplice collina, l’altra di una montagna piuttosto impegnativa.

E comunque, tornando ad Anam Ċara, lo spirito, il fantasma, l’ispirazione di questo sconosciuto John O’Donohue, sacerdote direi poco ortodosso e gran pensatore, che ha saputo far combaciare il cerchio della cultura celtica con il pensiero hegeliano, ebbene, lui è sempre stato qui, a farmi compagnia, a ispirarmi. Non mi sono mai sentito solo nemmeno per un minuto, malgrado le lunghe giornate (e nottate) passate al computer! Per questo forse non ho sentito il bisogno, per ben due mesi, di accendere la televisione. Un digiuno salutare, un’astensione totale da gossip, tragedie, guerre e disgrazie. Non per fare lo struzzo, ma per concentrarmi su qualcosa di veramente bello, e non farmi inquinare la mente dai media.

Vi rendete conto di quale impatto e potere (per lo più distruttivo, o distraente) hanno i media sulla nostra mente? Quanto ci alienino dal momento presente che stiamo vivendo, l’unico che ci è dato vivere?Qualcuno sia ricorda di com’era la vita prima della televisione, la vita prima dei cellulari e di internet? Mia madre mi ricorda che il mio paesino, La Mortola, era come una grande famiglia. Non c’erano schermi a cui restare incollati la sera. Stiamo perdendo colpi: sempre più chiusi, sempre più egoisti, sempre più asociali, sempre più cupi se non disperati, in definitiva sempre più poveri. Per questo vi consiglio di fare questo esperimento: datevi un tempo, una settimana, un mese, e astenetevi dal chiacchiericcio continuo di tv, radio e quant’altro. Provate a concentrarvi totalmente su qualcosa che amate fare: leggere, fare foto, uscire a passeggio.

Tornate a guardare in faccia le altre persone, in fila al supermercato o per strada. Sono ‘persone’, non fantasmi, e ognuno, con un semplice sguardo, rivela qualcosa di sé. O preferiamo perseverare, e continuare nella nostra gabbia, fatta di abitudini, poco calore e nessun sapore, osservando il mondo da una sola finestra, quella dell’Io incontentabile e prepotente, completamente drogato e assuefatto a consumi, consumi e ancora consumi. Gli esseri umani non sono oggetto di consumo, per questo non sappiamo più che farcene… Basta con l’overthinking autoreferenziale! Siamo saturi delle paure che ci vengono indotte, date in pasto, come il mangime per le galline. Ma non siamo galline, tante in gabbie ben strette, al solito scopo di produrre uova, ovvero oggetti di consumo. O almeno, non lo siamo ancora!

Un’altra cosa ho imparato nelle mie brevi passeggiate di pausa, per prendermi una boccata d’aria: in questa città c’è molta gente che chiede l’elemosina: qualcuno gira al largo, qualcun altro ignora, ma c’è anche chi lascia nella mano tesa o nel cappello vuoto qualche monetine. Però non guarda quella persona negli occhi. Non si ferma un minuto a parlarle, non le dice nemmeno ciao. Sono poveri, migranti, mendicanti, alcolizzati, eccetera, ma non sono pietre. Hanno un cuore, o un’anima, chiamatela come volete. Una parola , un sorriso, un ‘ciao come stai’, non costano nulla. Non ho mai trovato nessuno che mi abbia risposto male!

Il Buddha insegnava che tutti noi, nessuno escluso, disponiamo della cosiddetta ‘natura-buddha’, ovvero la capacità di risvegliarci a una verità più profonda, totale. Ignorate le conversazioni banali, le chiacchiere da bar, datevi, per qualche istante, a chi vi passa accanto. Anche un mendicante o un migrante che biascica qualche parola d’inglese vi ringrazierà, con un sorriso, per averlo reintegrato, con un semplice ciao, nella cerchia degli esseri umani.

ps: Ho scoperto ce, oltre alla prima edizione di Corbaccio, c’è anche un’edizione TEA datata 2000. Forse introvabile, ma se non potete aspettare, provate a cercarla tra i libri usati, e una volta letta, praticate il bookcrossing, così non vi ritroverete la casa piena di libri e farete un regalo a uno sconosciuto.

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