ATIŚA
(982-1054)
«Quali sono gli aspetti migliori della via?» chiesero Khu, Ngok e Drom
a Jowo Atiśa. Questi gli rispose:
Il migliore degli eruditi è colui che ha realizzato l’assenza di esistenza
[propria,
il migliore dei religiosi è quello che ha domato la propria mente,
la migliore delle qualità è il massimo altruismo,
la migliore delle istruzioni è quella di osservare sempre la propria
[mente,
il migliore dei rimedi è sapere che nulla esiste di per se stesso,
la miglior condotta consiste nel non allinearsi con le abitudini
[del mondo.
La migliore delle realizzazioni è la diminuzione progressiva delle
[emozioni negative,
il miglior segno di realizzazione è la costante diminuzione dei desideri,
la migliore delle generosità è il non-attaccamento,
la migliore delle discipline è la pacificazione della mente,
la migliore delle forme di pazienza è l’umiltà,
il migliore degli sforzi è l’abbandono delle attività ordinarie,
la migliore delle concentrazioni è lo stato inalterato della mente,
la migliore delle saggezze consiste nel non credere nell’esistenza reale
[di qualsiasi fenomeno,
il migliore dei maestri è quello che va alla ricerca degli errori nascosti,
la migliore delle istruzioni è quella che colpisce gli errori segreti,
i migliori amici sono l’attenzione e la vigilanza,
i migliori pungoli della pratica sono i nemici, gli ostacoli, la malattia
[e la sofferenza,
il migliore dei metodi consiste nel non alterare la mente,
il migliore dei benefici è aver indirizzato qualcuno sulla via del Dharma,
il miglior modo di aiutare gli altri è rivolgere la loro mente verso la via
[della liberazione.
Tratto da «Come una goccia di miele. Piccola antologia dei più bei testi di buddhismo tibetano»,
di Matthieu Ricard (Autore), Sergio Orrao (Traduttore)
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