Il Lavoro e l’Anima – da Anam Ċara (parte II)

L’Anima Vuole Esprimersi


Sempre tratto da Anam Cara (dalle bozze della prossima nuova pubblicazione italiana).

L’animo umano desidera profondamente esprimersi. Il pensiero è una delle più belle forme di prontezza d’animo. Per molti versi, non c’è nulla al mondo più rapido del pensiero, che può volare in qualsiasi luogo e ritrovarsi con chiunque. Anche le nostre sensazioni possono muoversi rapidamente, eppure, per quanto siano preziosi per la nostra identità, pensieri ed emozioni restano in gran parte invisibili. Per poterci sentire vivi, reali, dobbiamo poter esprimere questo mondo invisibile. Ogni vita ha bisogno di una possibilità d’espressione. Quando compiamo un’azione, l’invisibile che è in noi prende forma e trova espressione. Di conseguenza, il nostro posto di lavoro dovrebbe essere il contesto in cui l’anima può godere di manifestarsi, di essere visibile e presente. La ricchezza sconosciuta, personale e preziosa, che è in noi, può emergere ed assumere una forma visibile. La nostra natura aspira profondamente alla possibilità di espressione in quell’ambito che chiamiamo ‘lavoro’.

Sono cresciuto in una fattoria. Eravamo poveri, e ognuno di noi doveva fare la sua parte. Sono così grato che mi sia stato insegnato a lavorare, anche perché, da quel momento in poi, ho scoperto la soddisfazione di essere in grado di portare a termine una giornata di lavoro. Quando un giorno trascorre vanamente, mi sento frustrato, e alla sera riconosco che molto delle possibilità che potevano trovare una forma d’espressione non abbiano trovato sfogo. In una fattoria, il lavoro produce un risultato chiaro e visibile. Quando si scavano le patate, si possono constatare i risultati del raccolto, perché l’orto offre il suo frutto sepolto. Costruendo un muretto in un campo, si introduce una nuova presenza nel paesaggio. Se si estrae torba dalla torbiera, alla sera vediamo i gro-gaím di torba tutti belli impilati per asciugarsi. Il lavoro nei campi, per quanto difficile, dona grande soddisfazione, perché il risultato del proprio lavoro è ben presto manifesto. Quando sono andato via di casa, ho trovato posto nel mondo del pensiero, della scrittura e della poesia.  Si tratta di un lavoro nel contesto dell’invisibile, perché quando si opera nel territorio della mente, non si vede nulla. Peraltro, in qualche occasione, si può cogliere un bagliore delle increspature che scaturiscono dai propri sforzi. C’è bisogno di una grande pazienza e di fiducia in sé stessi per percepire il raccolto invisibile del territorio della mente. Occorre addestrare lo sguardo interiore ad addentrarsi nel regno dell’invisibile, dove i pensieri possono crescere e le sensazioni mettere radici.

Bozza della traduzione in corso per Mondadori ©. Tutti i diritti riservati, riproduzione vietata

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