Il traduttore e la puttana

Una sera, quando abitavo ancora a Beusoleil, a tarda notte m’è venuta voglia di una birra, così sono andato a sedermi nel dehors del famigerato Buddha Bar di Monaco.

Mi gustavo tranquillo la mia birretta giapponese (mi piacciono le birre giapponesi!) fumando un toscanello. Vedendomi là solo, una splendida ragazza si è avvicinata, si è seduta vicino a me e ha cominciato a fissarmi.

Capita subito l’antifona. Lei (italiana) mi ha chiesto: “Ciao, come ti chiami?”, “Sergio”, “E cosa fai nella vita?”, “Guarda, faccio il traduttore: un mestiere solitario, dove lavori un sacco e guadagni niente”. Si è subito alzata per rientrare nel locale, ma ho fatto in tempo a chiederle, tanto per avere una conferma: “E tu, cosa fai?”, “Ah, io faccio la escort!”, ha detto serena e contenta di sé, ed è sparita.

Avventura di breve durata! Ma non ha visto com’ero vestito? Jeans, maglietta dei Clash, scarpe da ginnastica sciupate… Certe escort devono ancora allenare l’occhio, prima di cuccare il cliente giusto!

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