Il vuoto nell’anima moderna

I Celti disponevano di una straordinaria comprensione intuitiva della complessità della psiche, e credevano in varie presenze divine. Il dio più venerato era Lugh, il dio della luce e dei talenti, il Luminoso, L’antica festa di Lughnasadh prendeva il nome proprio da questa divinità. La divinità della terra veniva chiamata Anu, madre della fecondità. Ma erano anche riconosciuti quegli eventi dolorosi originati da entità negative e oscure. C’erano tre divinità madri della guerra: Morrigan, Nemain e Badb. Esse hanno per esempio un ruolo cruciale nell’antico poema epico Tàin. Dèi e dee erano sempre connesse ai più diversi luoghi. Per esempio, alberi, sorgenti e fiumi potevano costituire la dimora di queste presenze divine. Arricchita da tutta questa trama di presenze divine, la psiche antica non era mai isolata e sconnessa come capita invece alla psiche moderna. I Celti possedevano una spiritualità intuitiva, nutrita da un’attenzione consapevole e reverente al paesaggio. Si trattava di una spiritualità rivolta all’esterno, innamorata della carica erotica della terra. Oggi come oggi, la guarigione dell’anima è d’importanza vitale se vogliamo guarire la nostra sconnessione.

In termini teologici o spirituali, possiamo comprendere tale punto di assoluta disconnessione con ogni cosa come un’apertura sacra dell’anima, che nulla d’esterno potrà mai colmare. Spesso tutte le nostre proprietà, il nostro lavoro, le nostre credenze, non sono altro che tentativi maniacali di colmare quel vuoto, sforzi che risulteranno immancabilmente vani, e che anzi, oltre che a sfuggirci di mano, ci lasceranno ancora più vulnerabili e nudi di prima. Immancabilmente, viene il momento in cui non possiamo più mascherare tale vuoto. Finché non comprendiamo realmente quale sia la chiamata del vuoto, continueremo a essere dei profughi dell’interiorità, costretti a trascinarci da un rifugio all’altro, sempre in fuga e senza mai trovare un posto da poter chiamare ‘casa’.

Tratto da Anam Ċara, bozza non riveduta e corretta della traduzione in corso, © Tutti i diritti riservati.

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