La “notte oscura dell’anima” non è una sindrome psicologica, ma una ricerca di significato nelle ore più buie della vita: la perdita di una persona cara, la fine di una relazione, l’invecchiamento e la malattia, le delusioni della carriera o semplicemente una continua insoddisfazione per la vita. La vasta esperienza di Thomas Moore come psicologo e teologo gli ha insegnato che la notte buia è una sfida per recuperare noi stessi e diventare qualcuno di sostanza, profondità e anima.
Follia
Anche il matrimonio è una sorta di follia. Spesso ci accostiamo al matrimonio pensando che ci garantirà un futuro glorioso, privo di problemi, ma ben presto scopriamo che il nostro desiderio ci ha traditi, al punto che ci ritroviamo prigionieri di un incubo. Persino i matrimoni più felici vivono i loro momenti di stress, durante i quali l’idea di farla finita s’insinua nella coscienza dei coniugi. Molte persone decidono di chiamarsi fuori da un matrimonio difficile, e scelgono di divorziare, ma poi finiscono per ripetere gli stessi schemi nel successivo rapporto di coppia. Il più grande errore che si possa compiere è quello di considerare il matrimonio una soluzione razionale, giacché si tratta piuttosto di un tentativo malsano di dare alla vita forma e stabilità.
Scelta
Potremmo pensare che il matrimonio sia una scelta, basata sull’amore che proviamo per il coniuge e sul desiderio di essere uniti. Tuttavia questa rappresentazione ideale del matrimonio non rende giustizia alla sua follia. Un giorno o l’altro potremmo renderci conto che vivere insieme è davvero difficile, ed esserne sconvolti. Probabilmente al momento di fare la nostra promessa non ci siamo resi conto dell’effettiva profondità delle nostre emozioni, e di quali cambiamenti radicali implicasse tutto ciò. E quasi sicuramente non abbiamo capito che tutte le nostre relazioni del passato, dall’infanzia in poi, avrebbero avuto un ruolo prominente nel matrimonio che andava a cominciare, formando un substrato invisibile di ricordi e abitudini, capace di perturbarne l’equilibrio.
Rito di passaggio
Il matrimonio è un rito di passaggio, erroneamente interpretato come una scelta di vita. Non si tratta di una semplice trasformazione strutturale dell’esistenza e dei suoi ritmi, ma di un cambiamento che riguarda l’essere, l’identità e l’insieme delle nostre prospettiva di vita. Il matrimonio comporta lo sconvolgimento del sistema di ognuno dei coniugi, e in ciò consiste la sua promessa e il suo dolore. Ci sono ben poche esperienze capaci di maturarci altrettanto profondamente, ma il processo non è né facile né completamente piacevole.
La persona sbagliata
La prima cosa di cui mi sono accorto nella mia opera di consulente matrimoniale è che molto spesso ci si sposa con la persona sbagliata. Viene quasi da pensare che i matrimoni siano estratti a sorte, visto che sono caratterizzati dall’unione di persone che hanno ben poco a che vedere l’una con l’altra. Bisogna anche considerare che ci si sposa per i motivi più strani. Certe volte siamo colpiti da una singola qualità, e non ci fermiamo a riflettere su tutto ciò che manca per poter vivere insieme un rapporto pieno e duraturo. Immaginiamo che il corteggiamento andrà avanti all’infinito, e facciamo confusione tra l’associazione delle reciproche fantasie e un legame autentico e creativo. Il matrimonio fa parte dell’avventura sentimentale, un periodo dominato da una densa e sognante inconsapevolezza, e spesso ne segna la fine.
Amore romantico
Non trovo mai piacevole parlare contro l’amore romantico, perché si tratta di una di quelle illusioni che ci costringono ad abbandonare il pensiero pratico e permettono all’anima di prendere il sopravvento. Il problema è che su tale base si prendono decisioni d’importanza vitale. Il matrimonio è percepito come un’intensificazione dell’idillio, oppure offre la sicurezza dell’impegno e l’approvazione della società. C’è anche chi si sposa per semplice gelosia, o per il desiderio di possedere e delimitare. Nel ponderare l’ipotesi del matrimonio bisogna analizzarne le più profonde motivazioni: si tratta di affermare la vita o di porle dei limiti?
Impegno
Il termine “impegno” è quello su cui m’interrogo più spesso. So che per certe persone si tratta di qualcosa di sacro, e per altre è sinonimo di prosperità, ma io lo considero qualcosa di appena superiore a un eufemismo sentimentale. Spesso induce a osservazioni moraliste, del genere: “Per quale motivo non riesci a impegnarti?”. Di conseguenza, uomini e donne si sentono obbligati a impegnarsi, e colpevoli se non riescono a onorare l’impegno preso. Non percepisco molta anima in una concezione del genere. In realtà, non sono certo che si possa amare davvero qualcuno e nel contempo essere impegnati.
Tormento
Un’alternativa potrebbe consistere nell’offrire liberamente amore e compagnia, rinnovando l’attaccamento per la persona amata ogni giorno che passa. Possiamo amare in centinaia di modi diversi, senza doverci sentire “impegnati”. Molti finiscono per soffrire profondi e cupi tormenti, per il semplice fatto che non riescono a impegnarsi in un rapporto di coppia, e perché la persona che amano “non è disposta a impegnarsi”. Forse da tutto questo dolore possiamo trarre un insegnamento e abbandonare completamente qualsiasi idea di impegno. Non è poi così ricca, libera e genuina, non quanto basta perché gli si dedichi tutta questa attenzione.
Notti oscure
Senza tale obbligo moralista, possiamo arrivare a esprimere un amore più profondo. L’amore è come la vita: non si può limitarlo e controllarlo troppo, altrimenti perde vitalità. Ha bisogno di fiducia, di essere goduto nell’istante in cui lo sentiamo. Ciò non significa che non possa durare, ma a che cosa serve un amore duraturo, ma amaro e forzato? Ritengo che molte delle notti oscure associate al matrimonio offrano una possibilità di maturare la nostra stessa concezione dell’amore. Attraverso una notte oscura, il nostro matrimonio può diventare più profondo, radicato e realmente solido. Una sicurezza imposta e controllata non è ben fondata e si logora rapidamente. L’autentica sicurezza è quella che ci viene offerta dall’amore a cuore aperto, l’amore che non ha bisogno di decisioni e di promesse.
Rituali
L’anima del matrimonio ha bisogno di rituali elaborati, di feste, di cibo, di musica, di vestiti e di riunioni familiari, attraverso le quali impariamo a intessere la nostra vita con quella degli altri. Anche le promesse e i voti possono essere ricchi di calore e di anima, ma spesso le loro radici affondano nella paura e in principi vuoti. Il costo straordinario dello sposalizio è un’offerta a quegli spiriti che lavorano duramente nell’oscurità, consacrandosi ai grandi misteri dei sentimenti, del matrimonio e della costruzione di una famiglia. La semplice scelta di vivere insieme non richiede una cerimonia nuziale costosa, ma abbiamo bisogno di riconoscere pienamente la profondità a cui i coniugi e le loro famiglie sono introdotti grazie alla celebrazione del matrimonio. Il matrimonio è uno sconvolgimento dell’anima, creativo, inquietante, duraturo, pieno di piaceri e di tormenti. Per affrontarlo abbiamo bisogno di tutto l’aiuto possibile, compreso un rituale potente […]
È questo il nostro destino?
Nessuno conosce perfettamente la persona con la quale si è sposato, è ovvio. Non c’è un solo amante che non rappresenti un mistero. Il partner con cui ci ritroviamo oggi, dopo anni di matrimonio, potrebbe essere ben diverso da quello che abbiamo sposato. È questa la persona con cui avevamo cominciato a uscire? Quando abbiamo deciso di sposarla, eravamo forse ciechi? Cupido fa innamorare la gente, ma non dobbiamo dimenticare che porta una benda sugli occhi. Nella scelta del partner potrebbe anche essere meglio lasciar perdere qualsiasi presupposto razionale. Ma d’altro canto, nel momento in cui progettiamo il nostro futuro non possiamo dimenticarci della nostra intelligenza. Dobbiamo considerare attentamente se la persona che abbiamo di fronte, quella che ci fa provare emozioni così profonde, sia destinata anche a essere colui e colei con cui divideremo la nostra esistenza.
Famiglie
Quando ci sposiamo, si sposano anche le nostre famiglie. Il rito di passaggio del matrimonio non riguarda soltanto la coppia che comincia una nuova vita, ma anche le famiglie dei due coniugi. I genitori perdono il figlio del quale si sono occupati per molti anni, mentre i fratelli, le sorelle e gli altri parenti devono accogliere il cambiamento in seno al complesso organico della loro famiglia. Il matrimonio è un rito di passaggio per chiunque vi sia coinvolto. Parte della sua oscurità deriva da una comprensione limitata delle sue implicazioni.
L’opinione di Jung
Jung dice che buona parte dei conflitti matrimoniali è di natura spirituale, e che hanno a che vedere con l’amore solo in apparenza. Perché non c’è religione al mondo che non dedichi una particolare attenzione al matrimonio, servendosi di simboli preziosi e potenti, come gli anelli, i calici, il riso, i baldacchini, i diamanti e l’oro? Sarebbe semplicistico ridurre tutto quanto a una semplice dichiarazione d’intenti: “Voglio amare questa persona e vivere con lei per il resto della mia vita”. Si tratta piuttosto del dedicarsi a una forma di esistenza basata sulla condivisione anziché sull’interessarsi solo a se stessi, e orientata eventualmente alla crescita dei figli, sebbene questa sia una vocazione e non una semplice conseguenza dell’essere sposati. Forse se ci caricassimo di tutte queste considerazioni nel momento in cui decidiamo di sposarci finiremmo per sentirci scoraggiati, comunque sia alla fin fine dovremo affrontare sia le problematiche spirituali sia quelle interpersonali. […]
Dedizione e dipendenza
Jung osserva che talvolta uno dei due coniugi si sente completamente dedito al matrimonio, mentre l’altro orienta la sua vita all’esterno del rapporto coniugale. Ciò può bastare perché la persona che si sente attaccata, o co-dipendente, come diciamo oggi, sperimenti un grande dolore. In tali ruoli può anche esserci un’oscillazione. A un certo punto, il nostro partner sperimenta la tensione del matrimonio, e dopo un po’ le cose cambiano, e tocca a noi. All’inizio potremmo desiderare ardentemente la maggior intimità possibile, per poi percepirla come un cappio attorno al collo. Il matrimonio è fatto di sensazioni opposte, di sconvolgenti inversioni di tendenza, e delle sfide che ci vengono costantemente proposte nello sviluppo delle personalità dei coniugi e nella vita in comune.
Tratto dalle mie bozze di traduzione, l’edizione Italiana è purtroppo fuori catalogo, resta l’originale:
Dark Nights Of The Soul: A guide to finding your way through life’s ordeals
Edizione Inglese di Thomas Moore (Autore)
In Italiano il libro è stato pubblicato con il titolo(che non mi piace) “Un domani senza paura“, di cui sembra resti solo un dvd audio (secondo Amazon). So per certo che è completamente sparito dagli orizzonti di Sperling & Kupfer, non ho potuto nemmeno avere il pdf finale.