Perché sono un impiccato…
Quasi felice!
Sono impiccato…
Impiccato alla testiera; impiccato alle scadenze; impiccato perché ho lavorato per quell’editore piccolo piccolo (che prima mi ha chiesto una riduzione della tariffa, poi un pagamento a 90 giorni della consegna, che poi sono diventati 120… e intanto l’amministratore di condominio, giustamente, esigeva la sua parcella); perché sto incollato allo schermo bevendo litri d’acqua, per disintossicarmi dai sigari e dallo stress (funzionerà? Mah!); perché mi alzo solo per fare pipì; perché di là (si proprio là dietro) c’è una montagna di roba da stirare, e l’inconscio lo sa; perché l’aspirapolvere intelligente mi manda messaggi tramite Alexa, del tipo: “Capo, che cavolo fai? Qui c’è polvere dappertutto!”; perché lo stomaco protesta: “Guarda che un caffè e una mela non bastano”; perché il cc vira verso il rosso e quel bonifico ancora non arriva; perché mi mancano 150 cartelle alla conclusione e ho solo 20 giorni per finirle; perché durante la rilettura e correzione finale tutti telefonano e non mi lasciano lavorare; perché ho una famiglia di cui mi dovrei occupare (e sono pure sommerso dai sensi di colpa…); perché la mia vita sociale è zero – finisco di lavorare all’una di notte, e tutti già dormono; perché se avessi una ragazza, e la domenica pagine e pagine ancora da finire, non potrei uscire, e costei, giustamente, s’incazzerebbe – quindi vita monastica; perché vado a dormire con un pensiero fisso in testa: “Oddio, ho dimenticato il backup!” (e il computer è già spento, perché Greta non vuole che lo lasci acceso di notte!); perché ho lanciato qua e là proposte editoriali, e i redattori nicchiano; perché nel mio giro di amici, “amici”, beh, diciamo conoscenti, nessuno capisce che sto lavorando, non giocando a Tetris; perché luce blu e melatonina non vanno d’accordo, così’ mi addormento con una birra (una?) e mi sveglio stonato; perché l’ultima vacanza risale a tre anni fa, e non mi ricordo più dove e con chi sono andato; perché sono stato un mese senza far niente (e come dice il proverbio zen: chi non lavora, non mangia) e poi tre editori mi hanno chiamato contemporaneamente, e ho detto di sì a tutti; perché quest’autore ma che c**** vuol dire (e neppure google, reverso, linguee, ragazzini, boch, eccetera lo sanno); perché il traduttore amico e ricco sta facendo il cammino di Santiago, e ora chi mi aiuta?; perché le tariffe 10 anni fa erano 11 € per cartella, e oggi sono 11 € per cartella (tasse escluse); perché se traducessi dall’italiano al francese, tanto per fare un esempio, guadagnerei il doppio, e invece sono nato madrelingua italiano, che sfiga; perché tutti mi chiedono: ma perché ti sei scelto questo mestiere?
Ebbene, perché sarò anche masochista, ma mi piace!
L’impiccato, tarocco maggiore n. 12: sacrificio, attesa, conversione, rinnovamento, iniziazione… Ok, ma Iniziazione a che? All’aiuto della Caritas? Significato (trovato in rete) :
Descrizione
Un giovane è legato a testa in giù a un albero a forma di T. Le mani sono dietro al corpo, la gamba sinistra è incrociata dietro la destra. La testa sembra irradiare un alone di luce. Lo sfondo è grigio, plumbeo.
Significato
Un uomo si è sottoposto volontariamente a un processo di iniziazione da cui emergerà trasformato. Attraverso il sacrificio di sé e il dolore emergerà un nuovo individuo. In questo momento il suo corpo è immobilizzato, e deve accettare tutto ciò che l’universo gli porta: freddo, pioggia, sofferenza.
Attraverso l’accettazione egli giungerà a un rinnovamento totale del proprio essere. Anche se non può agire all’esterno per il momento, il suo spirito è libero di lavorare all’interno, su di sé, nel profondo della sua anima. (da https://www.leggere-i-tarocchi-per-crescere.com/appeso.html)
4 risposte
Ciao Sergio sto leggendo il tuo blog , lo trovo molto interessante ti sento pieno di idee, brillanti , adoro la tua maniera di raccontare !
Grazie e mille Serena, sono contento che sia stata proprio tu la prima visitatrice del blog, e soprattutto che ti sia pascuto! A presto!
Ciao Sergio,
è piacevole leggerti sul tuo blog!
L’estate scorsa in una libreria di Pisa mi sono imbattuta in un dizionario di fisica tradotto da te… L’ho aperto casualmente e ti confesso che leggendo due voci ho pensato a te con ammirazione sconfinata!
I wish you all the best!
Cara Milena, nella traduzione di qualsiasi libro si incontrano salite, strapiombi e vere e proprie scalate himalayane. Il ‘trucco’ è pazienza, pazienza e ancora pazienza. Usando ogni possibile magia, telematica e non, disponibile, a volte solo con l’intuito, si arriverà immancabilmente in cima, o magari si finirà fuori strada.. Grazie per l’ammirazione, ma non dimenticare che sono solo un traduttore che si considera sempre un principiante, non l’autore di certe avventure magiche! Ciao!