Rimproverare con compassione

Pubblicato per la prima volta nel 1906, ma composto due secoli prima, Hagakure è una delle opere più famose e controverse tramandateci dalla letteratura giapponese. Esso racchiude l’antica saggezza dei samurai sotto forma di brevi aforismi. L’autore, Yamamoto Tsunetomo, vissuto in un’epoca di pace e di conseguente decadenza della figura del samurai, si chiuse in un monastero buddhista, dove per sette anni ammaestrò all’antico codice d’onore il giovane Tashiro Tsuramoto. L’allievo trascrisse le conversazioni avute con il maestro e le raccolse negli undici volumi che compongono “Hagakure”, preziosa testimonianza di un pensiero complesso e positivo, ben diverso dallo stereotipo del kamikaze votato all’annullamento di sé ancora vivo nell’immaginario occidentale.

È importante rimproverare e correggere chi commette errori. Questo atto è la manifestazione della compassione e il primo dovere del samurai.

Ma è necessario sforzarsi di farlo in modo corretto. In effetti è facile trovare qualità e imperfezioni nella condotta di un’altra persona così come criticarla. Molti s’immaginano che sia un atto di gentilezza dire agli altri ciò che essi non desiderano sentire e, se le critiche non sono ben accolte, li considerano irrecuperabili.

Un simile modo di pensare è irragionevole e dà gli stessi risultati negativi che derivano dal mettere intenzionalmente qualcuno in imbarazzo o dall’insultarlo. Spesso è solo un cattivo modo di liberarsi la coscienza.

Prima di esprimere una critica si deve essere certi che la persona sia disposta ad accettarla, ed è necessario esserle diventati amici, aver condiviso i suoi interessi ed essersi comportati in un modo tale da ottenere la sua piena fiducia, così che presti fede alle nostre parole.

Poi è necessario il tatto: bisogna scegliere il momento opportuno e il modo appropriato di formulare la critica, magari con una lettera o dopo un incontro particolarmente piacevole, parlando prima dei propri difetti per condurre poi l’interlocutore a comprendere, senza sprecare più parole di quante siano necessarie.

Occorre lodare i suoi meriti, sforzarsi di incoraggiarlo, fargli assumere l’umore giusto, renderlo desideroso di osservazioni come l’assetato lo è dell’acqua: a quel punto bisogna correggere i suoi errori.
La critica costruttiva è una questione delicata.

So per esperienza che le abitudini cattive e radicate sono difficili da estirpare. Mi sembra che la compassione autentica consista, per tutti i samurai al servizio di un daimio [denominazione dei signori feudali dell’antico Giappone], nell’essere benevoli e amichevoli gli uni verso gli altri, nel correggere reciprocamente gli errori per servire meglio insieme il daimio.

Mettendo in imbarazzo volontariamente qualcuno non si compie nulla di costruttivo. D’altronde, come potrebbe essere altrimenti?
(I, 14)

Passi di
Yamamoto Tsunetomo – Hagakure. Il libro segreto dei samurai
Il materiale potrebbe essere protetto da copyright.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *