Un celebre sermone

Gli abitanti del villaggio presero a far pressione su Nasreddin, affinché gli impartisse qualche insegnamento. Dopo aver ricevuto numerose richieste, costui finì per acconsentire.

Una sera, prese posto su un trono di fortuna, al cospetto dell’assemblea dei suoi compaesani e della gente dei paraggi.

«Chi sa cosa voglio dire, alzi la mano!», chiese a gran voce.

Silenzio.

Nessuno alzò la mano.

Nasreddin aggrottò le sopracciglia, e alzandosi, commentò:

«Perché mai dovrei esprimermi al cospetto di ignoranti del genere?»

«Nasreddin, abbiti pietà», lo implorarono i capi villaggio, «resta e illuminaci con i tuoi insegnamenti!»

«Bene», acconsentì Nasreddin, «Tornerò domani».

Poi se ne andò, senza concedere nessun’altra spiegazione.

Il giorno dopo, riprese posto sul suo piccolo trono, e pose all’assemblea la medesima domanda:

«Alzino la mano quelli che sanno ciò che sto per dire!»

Vista l’esperienza della viglia, tutti quanti alzarono la mano.

«Bene, se già sapete quello che vi dirò, è inutile che lo ripeta»  ribatté Nasreddin facendo per andarsene.

L’assemblea fu presa da un sentimento di costernazione. I capovillaggio, ripreso fiato, gli chiesero: «Suvvia Nasreddin, illuminai con la tua saggezza…»

Ancora una volta, Nasreddin accettò.

Il giorno dopo, ripreso posto sul suo trono, spazzando il pubblico con lo sguardo:

«Or dunque, chi di voi sa cosa sto per insegnare?»

Presa dall’indecisione, circa la metà dell’assemblea alzò la mano, mentre l’altra non osò esprimersi.

Nasreddin li scrutò allora uno a uno, quindi, all’improvviso, concluse così il suo intervento:

«Ebbene, quelli che lo sanno non devono far altro che spiegarlo all’altra metà che ancora l’ignora!»

Tratto da « La folle saggezza di Nasreddin. Come la filosofia sufi svela che il mondo è uno scherzo cosmico », di Matthieu Ricard  (Autore), Ilios Kotsou  (Autore), Sergio Orrao  (Traduttore)

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